Recensione: "La formula del professore" di Yoko Ogawa

Buon pomeriggio,

Normalmente quando si pensa ai numeri o in genere alla matematica la maggior parte della gente storce il naso. Siamo abituati a pensare a questa materia con un groppo in gola e un peso sullo stomaco, eppure questo libro è riuscito a farmele vedere sotto un altro punto di vista. L'autrice è stata bravissima a incastrale formule e numeri in un racconto dolce e delicato. La formula del professore è infatti il racconto di un'amicizia straordinaria, dolcissima e toccante.
 

Titolo: La formula del professore
Autore: Yoki Ogawa
Editore: Il Saggiatore
Prezzo: ebook € 6,99
Pagine: 202
 
Un caso editoriale in Giappone e una commovente storia che cambierà il nostro modo di guardare alla matematica, al baseball, alla memoria e molto altro ancora. Lei, governante per lavoro, madre single per scelta, timida e brillante, è stata assunta da un agiato professore per preoccuparsi della sua casa. Lui, il professore, un genio della matematica gentile e affettuoso, è vittima di una misteriosa malattia che lo ha reso incapace di ricordare qualsiasi cosa per più di ottanta minuti. Nel figlio di dieci anni della governante convivono il lato compassionevole del carattere della madre e un'innata curiosità tutta sua. Tra loro nascerà in pochi mesi una toccante amicizia fondata sul comune amore per la matematica e il baseball che cambierà le loro vite per sempre.


 Quello che mi sono ritrovata tra le mani, non è uno dei quei libri che colpisce, ma scorre piacevolmente come acqua fresca. Neanche i suoi personaggi sono costruiti per sbalordire, sono persone normali di cui non conosciamo neanche il nome che hanno vite normali.
C'è il professore, un ex docente universitario di Teoria dei numeri, la cui memoria si è fermata al 1975 a causa di un incidente e che da allora ha una memoria che non va oltre gli 80 minuti.
C'è la governante, una madre single, una donna forte che sta crescendo il figlio da sola, ma dotata di un animo sensibile capace di cogliere la solitudine e la bellezza nella vita del suo datore di lavoro.
C'è Ruto, suo figlio, appassionato di baseball, cresciuto senza padre e molto più maturo di un qualunque bambino di dieci anni.
E infine c'è la vedova, cognata del professore, che rimane sempre ai margini della vicenda, ma la cui storia è scritta tra le righe.
Di questi personaggi non conosciamo il nome o la storia eppure hanno una forza enorme e sono stati capaci di entrarmi dentro e toccarmi il cuore.
  
La formula del professore è un romanzo che senza dubbio parla di formule e numeri, ma li racconta con meraviglia e poesia, senza voler insegnare niente, ma semplicemente mostrando un altro modo di vedere le cose. I numeri sono il mezzo con cui il professore interagisce con il mondo, con cui parla con la governante che lo ascolta e lo capisce, imparando a sua volta a guardarli con meraviglia. Nonostante il problema con la memoria e la solitudine in cui vive il professore, la donna riesce ancora a scorgere in lui una mente brillante capace di svelare i segreti nascosti dietro cifre banali come il numero di scarpe e la data di nascita.
 
Questo romanzo è però anche un racconto di perdita e di solitudine che viene raccontata attraverso l'amicizia che piano piano va delineandosi tra Ruto, il figlio della governante e il vecchio docente. Con il bambino il professore sembra animarsi e mostra un amore e un'attenzione che sembrava aver perso, dimostrando come certi legami nascano dal cuore e non dalla mente. Una cosa particolare di questo libro è che molte cose rimangono non dette eppure non per questo non vengono raccontate, sono lì tra le righe e basta poco per trovarle, come il rapporto che lega il professore alla vedova.
 
La formula del professore è un libro che parla della vita nella sua ordinarietà e che grazie alle atmosfere magiche del Giappone riesce ad incantare pur nella semplicità della trama e dello stile. A dispetto delle apparenze non è un libro che parla di numeri, ma parla attraverso di essi, una piccola chicca da non perdere.

 
 

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