Recensione: "Le notti bianche" di F. Dostoevskij

Uno degli obiettivi che quest'anno mi sono prefissata è quello di leggere "Delitto e castigo", solo che ogni volta che prendo il libro in mano mi assale il blocco del lettore. Così per superare il timore reverenziale che da sempre si associa al nome di Dostoevskij ho optato per un approccio più soft, ed è così che mi sono ritrovata a leggere "Le notti bianche".
 
Quattro notti e un mattino per raccontare una storia che si muove al buio e nella penombra della coscienza. Un giovane sognatore, abituato a nutrirsi di sentimenti e impressioni, incontra nella notte una ragazza piangente e sola che sarà per lui l'appiglio verso il concreto mondo diurno. La città di San Pietroburgo saprà cullare nel suo bianco silenzio questa storia a due voci, fatta di confidenze notturne, attese e speranze e il mattino, al risveglio, rimarrà quello strano sapore in bocca, quella domanda di realtà inevasa: nelle notti bianche, negli improbabili intrecci e nei sussurri furtivi di due ipotetici amanti, qual è il vero confine del sogno?


Prima di leggere questo libro il solo nome di Dostoevskij mi faceva tremare. Mi immaginavo discorsi complessi, intricati ed incomprensibili. Per anni l'ho evitato associando il suo nome ad uno stile prolisso e, diciamola tutta, noioso. Be', devo ammettere che mi sbagliavo!
Con "Le notti bianche" mi sono trovata davanti una storia che scorre velocemente e fluentemente, che sa appassionare e dove il maggiore ostacolo da superare sono i nomi propri. È fin troppo facile affezionarsi al sognatore, appassionarsi alla sua storia fino ad immedesimarsi nella sua sofferenza e solitudine.
"Le notti bianche" è un racconto breve, ma non piatto o banale. Al contrario la storia del sognatore si rivela intensa, senza diventare stucchevole.
L'intera vicenda ruota intorno a due personaggi, il sognatore, di cui non viene svelato neanche il nome, e Nasten'ka, una ragazza che incontra per caso e di cui si innamora.
Questo incontro interromperà il senso di solitudine ed isolamento dell'uomo regalandogli un attimo di felicità, la cui natura però ,come quella dei sogni, è effimera e svanisce l'istante dopo averla raggiunta. Ciò nonostante il sognatore non recrimina, dando così luogo ad un finale dolce e bellissimo.
"Le notti bianche" è un racconto bello e ben scritto. Sono davvero contenta di averlo letto e a tutti quelli che hanno condiviso o condividono le mie paure verso questo autore lo consiglio come un modo brillante di rompere il ghiaccio.
Che sia chiaro il tuo cielo, che sia luminoso e sereno il tuo caro sorriso, che tu sia benedetta per l'attimo di beatitudine e di felicità che hai dato ad un altrui cuore solo, riconoscente!

Dio mio! Un intero attimo di beatitudine! Ed è forse poco seppure nell'intera vita di un uomo?...


Titolo: Notti bianche
Autore: Fedor Michajlov Dostoevskij
Editore: Newton (collana Mammut)
Pagine: 30
Prezzo: € 7,50

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