Recensione: Trilogia di Divergent di Veronica Roth

Ben ritrovati Sognatori!
Sapete che mi ero dimenticata di postare questa recensione? Vabbè ormai mi conoscete e sono sicura che non vi scandalizzate più per così poco (almeno spero).
 
La serie di Divergent è entrata solo di recente nella mia libreria, perché mi era stata caldamente sconsigliata. Poi però dopo aver avuto l'opportunità di leggere Carve The Mark, lo stile della Roth mi ha colpita a tal punto da farmi venir voglia di iniziare anche la sua prima trilogia.
Quindi ecco la mia recensione sui primi tre libri (all'appello manca ancora Four, ma conto di rimediare al più presto) e visto che ormai sono di qualche anno fa mi avventuro a raccontarveli un po'.


 

La serie di Divergent è ambientata a Chicago in un futuro distopico, dove la società sopravvissuta all'ultima guerra si è organizzata dividendo le persone secondo propensioni innate in cinque classi ognuna delle quali svolge una funzione precisa: gli Intrepidi credono che la guerra sia dovuta alla codardia e quindi sono forti e coraggiosi e il loro compito è quello di proteggere e sorvegliare la città, i Candidi ritengono che la guerra sia dovuta alla menzogna e l'ipocrisia per cui dicono sempre la verità e il loro compito è amministrare la giustizia, gli Abneganti attribuiscono i conflitti all'egoismo e quindi credono che la soluzione sia l'umiltà e l'altruismo e per questo a loro è affidato il Governo, gli Eruditi ritengono che sia l'ignoranza la causa della guerra per cui perseguono il sapere e a loro è affidato il campo di ricerca e sviluppo scientifico/medico e infine i Pacifici attribuiscono la guerra alla malvagità e la combattono con un atteggiamento gentile e pacato e si occupano della coltivazione della terra.
Oltre a questi cinque gruppi, ne esiste un sesto, gli Esclusi, composto dalle persone che sono state espulse, non sono classificabili in nessuna delle fazioni e vivono ai margini della società in uno stato di povertà, ignorati da tutti a parte gli Abneganti che passano loro cibo e aiuti.

L'adesione ad una delle fazioni viene stabilita al compimento dei 16 anni quando i ragazzi, dopo essere stati sottoposti ad un test attitudinale che individua la loro propensione naturale, devono decidere quale dei gruppi sposare durante una cerimonia pubblica.

Quando Beatrice Prior, Tris, affronta il suo test qualcosa sembra andar storto. Il risultato infatti dimostra che lei ha affinità con più fazioni e ciò la classifica come Divergente, cosa che dovrà mantenere segreta perché potenzialmente pericolosa in quanto il Governo dà la caccia a queste persone. Confusa dalla situazione, Beatrice arriva al giorno della scelta e durante la cerimonia decide di lasciare la sua famiglia e la sua fazione, gli Abneganti, per passare agli Intrepidi.

Prima di poter essere accettata dalla nuova fazione Tris, insieme agli altri ragazzi, però deve superare un'iniziazione che testerà i suoi limiti, metterà alla prova il suo autocontrollo in situazioni estreme e le insegnerà a combattere, ma le farà anche conoscere nuove persone tra cui il suo istruttore Quattro che inizialmente malvede, ma di cui poi si innamora stabilendo una relazione segreta.
 
La notte in cui Tris viene definitivamente accettata negli Intrepidi succede qualcosa di strano. I suoi compagni, comportandosi come una specie di automi, si preparano a combattere. Così  la ragazza capisce che la colpa è del liquido inventato dagli Eruditi che è stato iniettato a tutti spacciandolo per un chip di localizzazione. Gli Eruditi così, servendosi degli Intrepidi, fanno un colpo di stato eliminando gli Abneganti per impadronirsi del governo.
Tris che da tempo ha scoperto di essere immune ai sieri che permettono la manipolazione mentale si accorge di tutto e insieme a Quattro si prepara a combattere, ma risvegliare gli Intrepidi si rivelerà più dura del previsto e costerà un sacco di vite e, anche se riescono a potere a termine la missione, finiranno in fuga.

Poco dopo essere arrivati dai Pacifici  i ragazzi saranno costretti a riprendere la fuga perché ricercati dagli Intrepidi ancora fedele agli Eruditi e saranno gli Esclusi ad offrire loro asilo. Qui Quattro incontra Evelyn, la madre che credeva morta da anni.
Insurgent quindi affronta la crescita del conflitto che vede contrapporsi gli Eruditi, che ora detengono il potere, e gli Esclusi che vi si oppongono.
Nel frattempo Tris e Quattro continuano a cercare di svelare il mistero che si cela dietro l'attentato agli Abneganti, scoprendo che questi stavano proteggendo una verità che gli Eruditi vogliono mantenere nascosta, mentre gli Esclusi vogliono scoprire ad ogni costo. Alla fine nonostante tutto Quattro trova questa informazione, che si rivela essere un video, che proietta davanti all'intera città, svelando a tutti che la loro società non è l'unica rimasta al mondo, ma è un esperimento creato da alcuni scienziati con lo scopo di eliminare la violenza.

Questa rivelazione porta dei tumulti che gli Esclusi, ora al potere, sedano, ma anche loro dovranno vedersela con un gruppo di oppositori, gli Alleanti, che vogliono il ripristino del sistema della fazioni.
Tris e i suoi amici, parte di questo gruppo, verranno scelti per andare all'esterno della recinzione che circonda la città, cosa che riusciranno a fare nonostante il tentativo di fermarli degli Esclusi. Una volta fuori i ragazzi vengono accolti in un centro dove scopriranno che lo scopo degli esperimenti, tra cui la loro città, non è fermare la violenza, ma ricostruire il patrimonio genetico umano che è stato danneggiato. Qui Tris scopre dunque cosa sono in realtà i Divergenti, ma anche che le cose all'interno del dipartimento di sanità genetica non stanno come sembrano e quando questo deciderà di resettare la memoria dell'intera Chicago per mettere fine al conflitto tra Alleanti ed Esclusi usando un siero della memoria, Tris e i suo amici elaborano un piano per usare quello stesso siero contro gli scienziati così da cancellare i loro ricordi. Il piano va a buon fine anche se le cose non andranno esattamente come avevano progettato.

Sicuramente il libro che ho preferito è il primo Divergent che si concentra soprattutto sull'addestramento di Tris, ma anche sulla scoperta di se stessa, sulla sua autoaffermazione e sul suo desiderio di libertà. Tris passa da essere una ragazza piena di dubbi e incertezze ad essere una donna forte, coraggiosa e capace, pur mantenendo alcune sue fragilità. Purtroppo a dispetto da com'era iniziato lo sviluppo di questo personaggio, così come degli altri, si ferma ad un livello superficiale, tanto che molte delle reazioni della protagonista spesso sembrano finte e poco umane.
Nonostante Tris infatti veda uccidere entrambi i suoi genitori, scopra il tradimento del fratello e viva un altro paio di situazioni che avrebbero messo alla prova i nervi di chiunque, lei non mostra che reazioni superficiali, dispiaceri che non provocano mai sconvolgimenti profondi. In quei momenti mentre leggevo mi tornava in mente la protagonista di Hunger Games, Catniss e il modo in cui il dolore la spezza e gli sforzi che ogni volta deve fare per rimettere insieme i pezzi.

Anche Quattro è un personaggio interessante e nel primo libro affascina per il cambiamento che vediamo. Se infatti alla prima impressione sembra essere duro e inflessibile piano piano scopriamo la sua natura estremamente più pacata, le sue origini, ma soprattutto la sua storia familiare. Di nuovo però negli altri libri nessuna di queste cose sembra avere un'evoluzione interessante o che vada oltre un livello superficiale.

Ho molto apprezzato invece il modo in cui la relazione tra i due si sviluppa.
Tra Tris e Quattro non è amore a prima vista, ma le reciproche impressioni cambiano mano a mano che si conoscono e anche quando nasce la relazione questa in Insurgent e Allegiant attraversa fasi di allontanamento e deve attraversare incomprensioni che la rendono più interessante.
 
 
 
La serie nel suo complesso è una lettura piacevole e interessante. Infatti per quanto inizialmente la società di Chicago venga dipinta come idilliaca e funzionale, in breve rivela una verità diversa fatta di invidie, segreti, gelosie, tensioni che alla fine esplodono in un conflitto dove tutti sembrano perseguire, in prima istanza, la sete di potere. Gli Eruditi che sterminano gli Abneganti e che vengono a loro volta spodestati dagli Esclusi che si oppongono agli Alleanti e che temono che ciò che sta fuori dalle mura. Tutto solo in nome del potere.
In tutto ciò il ruolo dei Divergenti trova sempre sfumature diverse e ciò porta di volta in volta Tris in una posizione centrale della storia, anche quando il quadro di riferimento si amplia andando oltre le mura della città.

La stile della Roth, rispetto alla nuova serie, qui è molto più semplice e piatto, anche se la scrittura rimane fluente e scorrevole, animata da un ritmo vivace che incalza la lettura. Sicuramente un punto a favore di questa serie è che non ci sono punti morti, mano a mano che la storia va avanti i libri non perdono di interesse, ma mantengono tutti lo stesso livello di tensione e curiosità nel lettore.

Per una volta ho adorato il finale (si lo so, vi ho stupito, eh!) che mi ha colta di sorpresa gettandomi in uno stato di negazione totale, tanto che non facevo che ripetere "No ma vedrai che adesso si sistema tutto". Be' non è successo e forse proprio per questo mi è piaciuto tanto.

Già che ci sono e ho scritto un poema mi dilungo un altro po' e vi parlo dei film. Se volessi essere breve vi direi che li ho odiati, ma odiati davvero. Adattamenti come questo sono il motivo per cui quando sento che al cinema c'è un film tratto da un romanzo, mi si drizzano i capelli in testa.
Non penso che ci siano parole abbastanza intense per descrivervi lo sgomento che ho provato quando sono arrivata in fondo, ma vi basti sapere che mi giravano abbastanza.
 
 
 

A partire da Insurgent infatti la storia viene cambiata totalmente e non nel senso che ci sono tagli e rimaneggiamenti dovuto all'adattamento cinematografico. No, intendo che raccontano completamente un'altra storia. Cambiano le motivazioni degli Eruditi, vengono messe dentro cose mai successe (come la storia del cubo), la storia del dipartimento di sanità genetica è stravolta completamente nello svolgimento e nel significato, ma quello che più mi ha fatto incavolare di più è stato l'aver cambiato un finale che funzionava per schiaffare sullo schermo le solite noiose banalità di cui non voglio neanche parlarvi perché altrimenti va a finire che mi sale la pressione.
 
In definitiva quindi ai libri darei tre stellette e mezzo più che meritate, perché nonostante il suo essere superficiale Divergent si è rivelata una lettura godibilissima, quanto ai film... no comment.

 
 

10 commenti:

  1. Sono assolutamente d'accordo.. i film sono proprio no comment!!!

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  2. Concordo! I film non sono piaciuti nemmeno a me! Di gran lunga meglio i libri.

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  3. Ho visto solo il primo film, ma visto che i libri non mi sono piaciuti non credo che finirò di guardarli.

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    1. Ti assicuro che non ti sei persa niente. I film sono veramente tremendi!

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  4. Ciao! Non ho visto i film e mi sa che ho fatto bene, perché ho davvero amato i romanzi! L'unica pecca, secondo me, è, come dici giustamente tu, il poco spazio dedicato all'introspezione di Tris.
    Per il resto, ho adorato tutto ed ho anche recentemente riletto l'intera saga.

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    1. Hai fatto bene a non guardare i film che veramente stravolgono completamente il senso della saga! :(

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  5. Io ho amato questa saga e anche la lettura di Four mi è piaciuta, soprattutto perché ancora ero sotto shock dal finale, per cui avevo bisogno di leggere ancora del mondo creato dalla Roth.
    Carve the Mark invece non è stato un grande libro per i miei gusti, già te lo scrissi in precedenza :P
    xoxo Buon weekend!

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    1. Pensa io ho rimandato Four proprio perché dovevo riprendermi dal finale! I film li hai visti?

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