Recensione: "Il figlio del cimitero" di Niel Gaiman

È inutile, io proprio non ce la faccio a leggere in spiaggia! Quest'anno mi sono portata il libro di Gaiman, scegliendo di proposito una lettura semplice, eppure in quattro giorni avrò letto a mala pena 20 pagine quando poi, una volta tornata a casa, l'ho finito in un pomeriggio! Ma succede solo a me?
 
Ogni mattino Bod fa colazione con le buone cose che prepara la signora Owens. Poi va a scuola e ascolta le lezioni del maestro Silas. E il pomeriggio passa il tempo con Liza, sua compagna di giochi. Bod sarebbe un bambino normale. Se non fosse che Liza è una strega sepolta in un terreno sconsacrato. Silas è un fantasma. E la signora Owens è morta duecento anni fa. Bod era ancora in fasce quando è scampato all'omicidio della sua famiglia gattonando fino al cimitero sulla collina, dove i morti l'hanno accolto e adottato per proteggerlo dai suoi assassini. Da allora è Nobody, il bambino che vive tra le tombe, e grazie a un dono della Morte sa comunicare con i defunti. Dietro le porte del cimitero nessuno può fargli del male. Ma Bod è un vivo, e forte è il richiamo del mondo oltre il cancello. Un mondo in cui conoscerà l'amicizia dei suoi simili, ma anche l'impazienza di un coltello che lo aspetta da undici lunghissimi anni...


"Il figlio del cimitero" è una favola dalle tinte gotiche che cattura subito il lettore entrando nel vivo dalle prime righe. Il libro infatti inizia descrivendo l'omicidio di un intera famiglia per mano di un misterioso individuo a cui però sfugge il figlio più piccolo che, scappato dalla culla, raggiunge il cimitero situato in cima alla collina, dove riceve un aiuto inatteso. Gli abitanti infatti decidono di prendersene cura e proteggerlo, così il piccolo, chiamato Nobody Owens, diventa l'unico vivo tra i morti.
Nel cimitero la vita di Bod si svolgere in modo normale: frequente le lezioni della signorina Lupescu, gioca con Liza e ascolta i consigli di Silas il suo tutore, l'unico essere capace di uscire e andare nel mondo dei vivi. Mano a mano che il tempo passa però Bod diventa sempre più curioso di scoprire il mondo che sta al di là dei cancelli del cimitero, quel mondo abitato da esseri vivi, ma dove lo aspetta anche un oscuro pericolo.
 
Tutta la storia de "Il figlio del cimitero" gira intorno al personaggio di Bod, dolce e commuovente, e sul mistero che lo riguarda. Chi era l'uomo che ha ucciso la sua famiglia? E cosa lo spinge a cercare ancora il ragazzo?
Mistero, atmosfere dark e disavventure si fondono così in un racconto originale dove vita e morte convivono e che accanto a momenti divertenti sa inserire momenti più forti.
La storia procede spedita e, mano a mano che il tempo passa, Bod inizia a chiedersi cosa sia successo alla sua famiglia e perché qualcuno dovrebbe volerlo uccidere. Scoprire le risposte però si rivelerà tutt'altro che facile e non privo di rischi.
 
Neil Gaiman dà vita ad una favola dark pieno di personaggi originali, primo fra tutti (il mio preferito) Silas. Con "Il figlio del cimitero" l'autore offre un'ulteriore prova della fantasia e dell'abilità che lo contraddistinguono, creando un intreccio che sa commuovere, sorprendere e tenere sulle spine, raccontando  a suo modo il passaggio delicato dall'infanzia all'età adulta.
 
Il finale segue il filo della narrazione ed è abbastanza prevedibile, però non nascondo che mi abbia lasciato un po' di tristezza.
"Il figlio del cimitero" è un racconto perfetto per i ragazzi a partire dai 10-12 anni (anche se non lo consiglierai ai bambini più sensibili), ma consigliatissimo anche ad un pubblico più grande! Sono sicura che non ve ne pentirete.
 
 
 
Titolo: Il figlio del cimitero
Autore: Neil Gaiman
Editore: Mondadori
Pagine: 189
Prezzo: ebook in prestito tramite portale MLOL
 

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